La filiera lombarda della mobilità sostenibile prende corpo

Il Green New Deal europeo ha posto l’obiettivo di raggiungere, entro il 2050, emissioni zero e una riduzione del 90% delle esalazioni di gas ad effetto serra nei trasporti: per l’Italia e l’Europa intera si tratta di una sfida e al tempo stesso di un’opportunità. E a cogliere in pieno questa sfida è il Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile, progetto nato dalla sinergia di 25 Università, con i relativi centri di ricerca, insieme a 24 grandi imprese attive nell’ambito della mobilità e delle infrastrutture, con lo scopo di accompagnare la transizione green e digitale del comparto in un’ottica sostenibile e supportando le istituzioni locali nell’implementazione di soluzioni moderne, sostenibili ed inclusive.

“Si tratta di un progetto ambizioso, che prevede un investimento di 394 milioni di euro per i primi 3 anni dal 2023 al 2025, con il coinvolgimento di 696 ricercatori degli enti partner e l’impiego di 574 nuovi assunti. Uno strumento reale per la crescita e lo sviluppo in un settore chiave come quello della mobilità, che si stima raggiungerà un valore complessivo a livello nazionale, nel 2030, di 220 miliardi di euro, assorbendo il 12% della forza lavoro”, spiega Ferruccio Resta, Rettore del Politecnico di Milano nel corso della prima edizione di Next Mobility Exhibition, evento internazionale nato come prima tappa di un progetto innovativo dedicato all’ecosistema della mobilità. “Il Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile ha la possibilità di valorizzare l’offerta di ricerca e innovazione e la domanda di innovazione – prosegue Resta –. Cosa significa questo? Che le imprese che vogliono avviare un processo di innovazione e di ricerca con altre imprese o con enti di ricerca, possono rivolgersi al Centro, che ha a disposizione oltre 30 milioni di euro per fare open call su determinate tecnologie: speriamo presto di ingaggiare altre piccole e medie imprese e startup in questa avventura”.

Sostenibilità è anche la parola d’ordine alla base delle progettualità di SEA Spa (società che gestisce gli aeroporti di Malpensa e Linate) declinata in una serie di iniziative alcune già in campo, altre ancora in fase di progettazione. “Il progetto più suggestivo su cui stiamo lavorando – racconta il CEO aziendale Armando Brunini – riguarda la mobilità urbana aerea. Ci aspettiamo che nel giro di pochi anni saranno pronti i velivoli a decollo verticale, completamente elettrici, che avranno un raggio di percorrenza medio-breve, molto utili per decongestionare il traffico urbano”. Ed è proprio su questa progettualità che SEA sta investendo, anche attraverso una collaborazione con il Politecnico di Milano, per la stesura di un Masterplan per lo sviluppo, nel prossimo decennio, di un network di vertiporti da cui i veicoli a decollo verticale potranno, per l’appunto, prendere il volo e ovviamente anche atterrare. “Abbiamo individuato un numero potenziale di vertiporti, qualcosa in più di un eliporto e meno di un aeroporto, che sorgeranno in giro per la città e per la regione. L’obiettivo realistico in Lombardia che ci siamo posti sono le Olimpiadi invernali di Milano Cortina del 2026: l’idea è, quindi, di partite con 4 vertiporti. Gli atleti saliranno sul velivolo, una sorta di evoluzione di un drone elettrico e in 10/15 minuti saranno a destinazione. Evitando di prendere il taxi, trovare traffico e inquinare ulteriormente l’ambiente. SEA vuole avere un ruolo nell’agevolare la partenza di questa nuova tipologia di industria innovativa, affascinante e sostenibile”, sottolinea ancora Brunini.

Tra le collaborazioni strette da SEA in ottica di mobilità sostenibile, in vista proprio dell’evento olimpico, c’è quella con il Lombardia Aerospace Cluster, come spiega il Presidente Angelo Vallerani: “Abbiamo preso come riferimento le Olimpiadi 2026 per avere una data certa entro cui mettere a disposizione ed iniziare a mostrare la reale applicabilità delle tecnologie legate alla Urban Air Mobility. Da una parte, quindi, l’evento olimpico fungerà da vetrina internazionale delle competenze messe in campo per questo progetto dalle imprese della regione Lombardia e, dall’altra, sarà anche l’occasione per fare un assesment di tutte le skill presenti sul territorio. L’obiettivo è aiutare le aziende nel percorso di riconversione verso queste nuove tecnologie, in modo tale che siano pronte per il mercato del futuro. Ad occuparsi di Urban Air Mobility nei prossimi anni saranno, infatti, non solamente le imprese del comparto aeronautico ma anche quelle dell’automotive, che confluiranno insieme in una sorta di mercato ibrido”.

E sulle potenzialità della mobilità aerea avanzata il Politecnico di Milano ha svolto uno studio, commissionato proprio da SEA, i cui risultati sono a dir poco promettenti. “Abbiamo dimostrato che fondamentalmente c’è un’alta potenzialità per i servizi di Urban Air Mobility, soprattutto per alcuni segmenti di mercato – spiega Pierluigi Coppola, Docente del Polimi –. In particolare, quelli business e quei segmenti di popolazione ad alto reddito che si spostano per turismo verso località che oggi sono ad una bassa accessibilità, come ad esempio le valli alpine oppure i laghi che in un prossimo futuro potrebbero essere raggiunti in pochi minuti utilizzando dei servizi di aerotaxi. Una cosa che è emersa dal nostro studio è che, in prospettiva, i servizi di Urban Air Mobility potranno avere largo impiego anche per gli spostamenti urbani, soprattutto nel momento in cui il fattore che oggi è critico, ovvero il costo di utilizzo di questo servizio, potrà beneficiare di economie di scala, rendendolo così più accessibile anche ad altri segmenti di mercato, contribuendo in un’ottica di integrazione al sistema della mobilità urbana”.

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